È l’anno in cui Pasolini si avvicina al cinema come sceneggiatore, dopo le piccole esperienze come comparsa dell’anno precedente, intraprese più per sopperire a una condizione di vita fattasi improvvisamente misera che per una reale intenzione di avvicinarsi al mondo del cinema.
Pare sia stato lo sceneggiatore Ennio De’ Concini a procurare al giovane Pasolini appena fuggito da Casarsa questi piccoli ruoli, infimi, buoni per sbarcare il lunario mentre la madre si dava da fare nelle ville dei ricchi, a far pulizie. Il primo film che porta la firma di Pier Paolo Pasolini (assieme a quelle di Giorgio Bassani e Florestano Vancini, tra gli altri) è La donna del fiume (1954) di Mario Soldati. Collaborerà in seguito, tra gli altri, con Federico Fellini, Mauro Bolognini, Luciano Emmer, Bernardo Bertolucci.
Contesto storico
Il 3 gennaio cominciano ufficialmente le trasmissioni televisive in alcune regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia, Toscana, Umbria e Lazio), tramite un unico canale. La televisione come strumento di comunicazione di massa sarà oggetto di feroci critiche da parte di Pasolini, che la riteneva il centro di diffusione di quello che chiamava “lo spirito del nuovo potere”.
Allo stesso tempo, Pasolini fu un assiduo frequentatore di programmi televisivi e un abile “utilizzatore” del medium a fini artistici: Appunti per un film sull’India (1968) venne ad esempio realizzato per la rubrica Tv7 della Rai; Pasolini e… la forma della città (1974) è un documentario, co-diretto da Paolo Brunatto, sulla città di Orte che venne trasmesso sulla Rai come puntata della rubrica Io e…