I tedeschi occupano le caserme e il campo di aviazione di Casarsa. I voli dei bombardieri cominciano a farsi continui. Pier Paolo e la madre, come molti compaesani, devono abbandonare la propria abitazione casarsese e trasferirsi nella più isolata Versuta. Il fratello Guido, rispondendo a un innato desiderio d’azione, compie temerarie incursioni negli accampamenti militari, ruba armi e munizioni, diffonde volantini di propaganda antifascista; di quest’ultima iniziativa sarà imputato dai carabinieri lo stesso Pier Paolo, arrestato addirittura per qualche ora.
A Versuta Guido prende contatto con i partigiani di montagna; alla fine di maggio partirà per unirsi infine al Comando della divisione Osoppo-Friuli. Sceglierà il nome di battaglia Ermes in memoria di Ermes Parini, un amico bolognese disperso in Russia. Pier Paolo, nei momenti di tregua, prende lezioni di violino dall’amica Pina Kalz e scrive un saggio sulle sonate di Bach, oltre ad allestire con i ragazzi del paese una specie di spettacolo di varietà poetico-musicale che sarà proposto con successo anche nella vicina Zoppola.

Contesto storico

La violenza nazifascista imperversa: il 24 marzo 1944 il comando tedesco di stanza a Roma ordina l’eccidio di 335 tra civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei e detenuti comuni. La strage, compiuta presso le cave della via Ardeatina, costituiva un azione di rappresaglia per l’attentato organizzato e attuato dal GAP romani in via Rasella il giorno precedente, che era costato la vita a 33 soldati tedeschi. La guerra civile insanguina il Paese.
Il Comitato di Liberazione Nazionale, organismo nato nel settembre ’43 per riunire i partiti antifascisti, in un congresso svoltosi a Bari nel gennaio del 1944 delibera la definitiva non collaborazione con il re e il primo ministro Pietro Badoglio. Nell’estate, alcune zone del settentrione liberate dall’occupazione diventano sede di Repubbliche partigiane. Ad agosto, In Friuli, le formazioni garibaldine e osovane danno vita alla Repubblica partigiana della Carnia e del Friuli con Ampezzo come capitale, in grado di amministrare una quarantina di comuni per un totale di circa 90.000 cittadini residenti. Fu la zona libera territorialmente più vasta dell’Italia del nord ma ebbe breve vita: all’inizio di ottobre dello stesso anno le truppe cosacche della Wehrmacht, impegnate nell’operazione Ataman, smantellarono il fugace ma significativo esperimento politico-sociale.

Letteratura

Nel maggio del 1944 Pasolini scrive un’opera teatrale ad atto unico in friulano intitolata I Turcs tal Friùl (I Turchi in Friuli). L’ispirazione gli viene da una lapide murata nella chiesa di Santa Croce a Casarsa, testimonianza di una delle incursioni turche in Friuli succedutesi tra il XV e il XVI secolo – per la precisione quella del 1499.
I casarsesi dell’epoca, risparmiati dalle scorribande ottomane, edificarono come ex voto il glisiùt, la cui cupola fu affrescata a partire dal 1536 da Pomponio Amalteo con probabile contributo del di lui suocero Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone – i cui interventi pittorici sono tuttavia andati distrutti. Il testo, che Pasolini reputava «forse la miglior cosa che io abbia scritto in friulano» (N. Naldini [a cura di], Pier Paolo Pasolini. Lettere 1940-1954, Torino, Einaudi, 1986, p. 213), è una grande allegoria storica dell’occupazione tedesca, senza contare che la vicenda centrale dei fratelli Pauli e Meni – l’uno contemplativo, l’altro ribelle – non può non ricordare da vicino quella dei fratelli Pier Paolo e Guido. I Turcs tal Friùl sarà pubblicato postumo nel 1976 e allestito in quello stesso anno da Rodolfo Castiglione.

Chiesa di Santa Croce – Altare

Chiesa di Santa Croce – Targa incisa